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Silvio Berlusconi, il videomessaggio che non ascolteremo mai

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- Cari amici ed elettori,

ho deciso di rendere pubblica oggi una decisione che ho maturato nel corso degli ultimi mesi.

Ho deciso di abbandonare la politica attiva, a cui ho dedicato quasi venti anni della mia vita, per potere dedicare i prossimi anni ad alcuni importanti progetti nel settore delle relazioni internazionali che peraltro si innescano nel solco del lungo lavoro svolto dal mio governo nel campo dei rapporti economici e politici tra Est e Ovest.

Non è stata una decisione semplice perché l’esperienza di questi anni passati in mezzo a voi è stata eccezionale. Non dimenticherò mai l’onore che mi avete fatto, riconfermandomi più volte il vostro sostegno e la vostra fiducia.

Tuttavia sono giunto alla conclusione di avere portato a compimento il mio percorso politico e raggiunto gli obiettivi che mi ero prefisso quando, alla fine del 1993, decisi di scendere in campo.

Sono riuscito a realizzare nel corso dei miei anni al governo un certo numero di riforme economiche strutturali, in particolare nel campo del fisco e del mercato del lavoro.  Queste riforme hanno ripristinato l’agibilità economica del paese, tanto che stando a tutti gli indicatori l’Italia è stato uno dei primi paesi ad uscire dalla fase di recessione economica.

Come sappiamo, il percorso per approvarle ed implementarle è stato complicato perché erano molto forti le resistenze di alcuni gruppi organizzati. Tuttavia, tutti insieme ce l’abbiamo fatta ed oggi queste riforme sono così consolidate e riconosciute nei loro positivi effettivi economici che nemmeno i nostri avversari si propongono di metterle in discussione.

Posso dire che la mia azione abbia concorso a cambiare profondamente la cultura politica del paese, sradicando molte delle incrostazioni ideologiche che inibivano la crescita dell’Italia. Sono molto fiero che oggi l’elettorato sia più sensibile sui temi della moderazione fiscale, dell’efficienza della macchina pubblica e dell’apertura del mondo del lavoro. Questa accresciuta consapevolezza, cui sono convinto di aver contribuito, rende sempre più in salita la strada a chiunque conti ancora di far politica attraverso ricette improntate alla demagogia socialista.

Nei fatti le aspettative degli elettori, in termini di buongoverno e di responsabilità fiscale, sono ormai tali che anche la sinistra è costretta a rincorrere i temi che noi per primi abbiamo scritto nell’agenda politica. In ogni caso una delle cose di cui sono più orgoglioso è quella di avere costruito negli anni una grande forza di centro-destra a vocazione maggioritaria. Un partito forte, organizzato e ben rappresentativo, che ormai è in grado di gestire senza trauma alcuno una successione al vertice.

Durante gli anni in cui ho guidato il centro-destra italiano, ho fatto crescere una nuova classe dirigente che per statura e competenze è in grado di assumersi qualsiasi responsabilità di partito e di governo. Ho cresciuto nuovi giovani leader che sono persino diventati più bravi di me.

Il prossimo leader del centro-destra sarà eletto dal basso attraverso primarie aperte e prevedo che ci saranno vari candidati. Io non prenderò posizione a favore di questo o quello, perché conosco il materiale umano di cui disponiamo, e sono certo che chiunque vinca sarà una testa sopra rispetto a qualunque candidato possa esprimere l’attuale sinistra.

Sono commosso per le manifestazioni di affetto che ho ricevuto in queste ultime settimane e per tutte le persone che mi hanno chiesto privatamente e pubblicamente di continuare ad occuparmi direttamente della cosa pubblica.

Tuttavia se ho preso la decisione di passare la mano è perché so di farlo in un momento in cui il nostro progetto politico è più forte che mai e può camminare sulle gambe di tante valide persone. Anche se sarò fuori dalla politica partitica, continuerò ad occuparmi di questioni politiche e civili in forme diverse. Starò lontano dai riflettori, ma continuerò a contribuire a tutte le cause politiche in cui credo e per cui mi sono battuto.

Viva l’Italia. Viva la Libertà.


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